lunedì 17 marzo 2008

Meritomarketing 2.0, il marketing del merito

Meritocrazia anche nel marketing
In questi tempi di sommovimenti culturali, politici e mediatici il concetto del merito viene spesso indicato come un obbiettivo da perseguire e la meritocrazia come una possibile cura per il mondo del lavoro, dell’insegnamento, della politica. Perché, dunque non anche nel marketing?

Seth Guru Godin
In meatball sundae Seth Guru Godin invita le organizzazioni ad operare un kennediano cambio di prospettiva: non chiedetevi cosa il web può fare per voi ma cosa voi potete fare per il web (e quindi per i suoi abitanti/utilizzatori/consumatori).


Marketing give & get
Tutto il marketing give and get cos’è se non meritocrazia applicata al marketing? Di fatto il web (e in generale le meccaniche che l’integrazione del web nel marketing rende possibili) permette alle organizzazioni profit e no profit di realizzare operazioni di “marketing meritevole” e i consumatori premiano il merito.

Come essere meritevoli?
Cosa poso fare io, organizzazione, di meritevole per il web, per i miei prospect e per il mondo in generale? La risposta è piuttosto semplice e passa per una seconda, poco ortodossa domanda: quanto spendo ogni anno in cagate*? Potrei spendere meglio?

*Chiarimento terminologico: il termine cagate (me lo concedo solo per il fatto che questo blog è casa mia, sperando nella vostra indulgenza e scusandomi qualora qualcuno se ne risentisse) mette assieme tutte le operazioni di marketing prive di merito, dove per merito non bisogna intendere necessariamente il merito sociale, bensì anche solo un timido orientamento ad un mondo anche solo leggermente migliore.

Il valore dei soldi (nel XX secolo lo insegnavano i genitori...)
Se investo un milione di euro per pagare un gruppo di giovani programmatori in modo che sviluppino una nuova applicazione virale 2.0 (scegliete una mashup a caso) capace di rendere il web più utile o interessante per i suoi utilizzatori faccio una cosa meritevole, rendo migliore, più facile o bello un habitat di relazione. Al contrario, la critica è un po’ radicale ma i tempi iniziano ad essere maturi, se spendo 4/5/10 milioni di euro per veicolare il solito messaggo in televisione (il cui significato è del tipo manga questa mela diventerai Dio)... bhè, faccio oggettivamente una cagata e il mondo è sostanzialmente uguale a prima.

I brand come venture capitalist
A ben vedere ogni campagna televisiva costa come una piccola start-up. Si parla tanto di professionalizzazione dell’energia che nottetempo un esercito (quello vero) di volenterosi riversa sul web sotto forma di post, content sharing e sviluppo di teconolgia. Tuttavia non si ha il coraggio di indicare il re nudo: ogni anno, ogni mese, ogni giorno si programmano colossali investimenti in cagate pazzesche.

Illusione o mainstream?
Qualche giorno fa una preziosa ricerca evidenziava come i limiti del marketing nell’intraprendere strade più innovative (e oggettivamente proficue in termini di innovazione, sviluppo e progresso) fossero da ricondurre a limiti del commitment dall’alto (il boss 65enne non capisce e quindi non autorizza) e a limiti della consulenza dal basso. Vero. Ma una rivoluzione è in atto o no? Vogliamo essere più conservativi e prudenti? Siamo o no alla vigilia di una rivoluzione? Siamo o no entusiasti di un nuovo modo di trascorrere una parte del nostro tempo libero? Oppure riteniamo che domani tutto ciò di cui in milioni di blog, post, forum, conferenze, eccetera, scomparirà come scompare una bolla di sapone una volta che esplode?

Meritomarketing
Se ciò che stiamo vivendo non è una allucinazione collettiva allora i termini della questione sono strettamente collegati ad una valutazione che è prima di tutto di merito. Il nuovo marketing (sarebbe interessante che ognuno di voi postasse i suoi esempi per ciò che ritiene nuovo) ha il merito di creare valore aggiunto, lavoro, progresso, conoscenza, sviluppo, cultura, intelligenza, consapevolezza, fantasia, passione.

Anagrammi
L’aspetto più ironico è che post sia l’anagramma di spot. Sarà una coincidenza?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Accolgo l'invito nel visitare il tuo blog. Interessante. Ti linkerò :) spero tu faccia altrettanto :))
Dr_Who

Anonimo ha detto...

Volevo invitari a far parte del Crazy Marketing Network: il primo network italiano che raggruppa marketer, copywriter, creativi, studenti, free lance che si occupano di marketing con taglio non convenzionale.



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